Ciao a tutti, di rientro dalle fiandre, mi lancio subito nel raccontare quelle che sono state le mie emozioni nel partecipare al giro delle fiandre, la mitica corsa Belga che Sabato 5 ha visto al via 15999 partecipanti (dato fornito dall'organizzazione)
Mattina: sveglia alle 6, ricca colazione e successiva preparazione alla gara, dopo aver visto il tempo una consultazione col geometra e successiva decisione di vestirmi non pesante, intimo manica corta, maglia manica lunga, pantaloncino, smanicato estivo, calza, copriscarpa leggero, guanti estivi; decisione azzeccata poiché è stata una giornata calda e soleggiata, vento quasi assente temperatura sopra 20° (una vera manna dal cielo)
Verso le 7 ci avviamo alla partenza e subito sbagliamo strada, ci ritroviamo in senso contrario alla gara con la marea di ciclisti appena partiti che ci vengono incontro, saliamo sui marciapiedi, scansiamo i pedoni e arriviamo alla zona di partenza e passando sotto la linea di iniziamo la nostra avventura.
I primi 100 Km sono pressoché pianeggianti con dritte talmente lunghe che non si vede mai la fine, ma siamo costretti dall'organizzazione a percorrerli quasi tutti sulle piste ciclabili e rispettando rigorosamente segnali stradali, rotonde e semafori. Questa è stata una fase abbastanza monotona ma impegnativa poiché non potevamo permetterci la minima distrazione, sempre con gente a fianco in una striscia di un metro con andatura medio-veloce (sui 30/40 Kmh). Potete immaginare visto com'è il nostro modo di andare in Italia... Durante questa fase ci siamo fermati ad entrambi i primi due ristori. (meglio non farci mai mancare niente). Raggiungiamo finalmente Oudenaarde e passando sotto la linea di partenza del medio entriamo nel clou della gara, andando incontro ai 15 muri ed ai 4 tratti di pavè. Verso il 130 Km a Massimone gli si chiude un pò la vena, si mette davanti al gruppetto e comincia a tirare sui 40; scelta infelice, dopo un paio di chilometri a quell'andatura una curva secca a sinistra ci butta sul primo muro, Il Wolvenberg (645 mt, pend. media 7,9, max 17,3 su pavè) Li si è subito beccato un paio di accidenti da parte mia e del geometra. Finito il muro, dopo poco entriamo nel primo tratto di pavè, il Ruitersstraat di 800 mt. Cerco di affrontarlo abbastanza in velocità ma subito mi rendo conto che con lui non vado proprio daccordo, con vibrazioni che oltre a darmi noia mi fanno subito imballare le gambe. Qui purtroppo Maurizio, toccato da uno si sbilancia e cade. Noi (che non lo abbiamo visto cadere), dopo che usciti dal pave' non lo abbiamo più visto ci siamo fermati ad aspettarlo, quando ci ha raggiunti, vedendolo sofferente abbiamo temuto subito che qualcosa gli fosse andato storto. Infatti da li in poi per lui è stato un vero e proprio calvario, con i successivi muri e tratti in pavè affrontati con dolori al polso e gomito sinistro che gli hanno impedito di vivere quell'avventura come ognuno vorrebbe. Da li in poi penso abbiamo cambiato il nostro modo di interpretare il Fiandre, mettendo al primo posto l'intento di aiutarlo ad arrivare al traguardo. Affrontati successivamente altri 2 tratti di pavè (Kerkgate e Paddestraat veramente ostici) ed un muro (Molenberg) al successivo ristoro Maurizio è andato a farsi un medicare, noi ci siamo rifocillati, Roberto che da tutta la mattina aveva problemi al cambio si è accorto di avere il forcellino rotto!! Da li si è dovuto fare tutta la gara senza poter effettuare cambiate sul pacco pignoni) Incrociando le dita siamo ripartiti. Da li abbiamo affrontato l'ultimo tratto di pavè (Haaghoek ancora peggio degli altri) e altri 3 muri (Valkemberg, Boigneberg e Eikenberg). Altro ristoro con rifocillamento, medicamenti e controlli bici e ripartenza con arrivo al mitico Koppenberg (600 mt. pend. media 11,6 max. 22 su pavè) E qui tutti noi, nel punto più duro, abbiamo dovuto fare i conti con ingorgo di persone scese, bambini con le loro biciclettine intenti a salire, pavè sconnesso in modo importante: risultato che abbiamo dovuto mettere il piede a terra per impossibilità di passare. Superato quei 50 metri, siamo risaliti in sella e grazie ad una spinta dagli spettatori (al geometra ci ha pensato una bella signora tracagnotta) siamo ripartiti è abbiamo scollinato tra due ali di folla. Dopo quello altri 6 muri in successione (Steenbeekdries, Taaienberg, Kaperij, Kanarieberg, Kruisberg e Karnemelkbeek) ed arrivo all'ultimo ristoro. Ci rifocilliamo, facciamo i nostri bisognini, Maurizio sempre più sofferente si fa rimedicare, ricontrolliamo i mezzi e ripartiamo con l'ultimo tratto di percorso. Ci rimangono qli ultimi due muri, il Kwaremont (il più bello) ed il temuto Paterberg (360 mt. pend. media 12,9, max 20,3). Li voliamo entrambi e ci fermiamo in cima ad aspettare Maurizio. Arriva stoicamente quasi subito, nella stessa maniera con cui a affrontato i muri precedenti e ci involiamo verso il traguardo raggiunto dopo una 15 di Km di andatura più che discreta a braccia alzate tutti insieme dopo 10h e 20 min. di immense fatiche. Oggi a Maurizio, dopo visita al pronto soccorso di Pistoia, hanno messo una doccia per una frattura del capitello radiale del braccio sinistro. Poco da dire... Chapot grande Mau. Ad essere sincero ancora non so descrivere le mie sensazioni ma ieri, nel mentre guardavamo in un locale con un piatto di dolce ed un tè le immagini alla Tv dei professionisti e vedevamo i posti dove il giorno prima siamo passati, i nostri sguardi si incrociavano soddisfatti.
Beeh.... Il CDP Spazzavento ha portato a termine la RONDE VAN VLAANDEREN 2014!
